Visual Snow Syndrome - Sindrome della neve visiva | Dott. Dylan Vella | Ortottista Agrigento e Raffadali
- Three Dom
- 11 apr
- Tempo di lettura: 3 min
La neve visiva è un disturbo neurologico caratterizzato da un'alterazione visiva continua che interessa l'intero campo visivo ed è descritta come minuscoli puntini tremolanti simili al "rumore" di una televisione analogica non sintonizzata.Oltre al disturbo statico, o "neve", le persone colpite possono sperimentare ulteriori sintomi visivi, come:

immagini visive che persistono o ricompaiono dopo che l'immagine originale è scomparsa (palinopsia);
sensibilità alla luce (fotofobia);
effetti visivi che hanno origine all’interno dell’occhio stesso (fenomeni entoptici);
visione notturna compromessa (nictalopia).
📋 Criteri diagnostici (secondo la classificazione di Schankin et al., 2014)
Per porre diagnosi di VSS, i sintomi visivi devono essere:
Costanti e bilaterali.
Presenti da almeno 3 mesi.
Associati ad almeno due sintomi accessori (come palinopsia, fotofobia, scotomi, entoptici...).
Non spiegabili con altre condizioni oftalmologiche o neurologiche.
❓ Cause
La causa esatta non è ancora chiara.
Studi elettrofisiologici e MEG hanno evidenziato una maggiore attività gamma nella corteccia visiva primaria e una ridotta accoppiata fase-ampiezza, sostenendo l’ipotesi di una disritmia talamo-corticale.
Imaging avanzati (MRI 7-Tesla, FDG-PET/MRI) hanno rilevato alterazioni strutturali e funzionali in:
Corteccia visiva secondaria (giro linguale, cuneo)
In una serie di casi, sintomi da “visual snow” sono comparsi dopo ictus ischemici in aree visive come il giro linguale.
Sistema limbico
Corteccia mesiotemporale e frontotemporale
Lo studio REACT ha suggerito un ruolo del glutammato e della serotonina, collegando la VSS a una deregolazione delle funzioni attentive e dell’integrazione sensoriale.
Non è considerata una malattia psichiatrica, anche se ansia e depressione possono esserne una conseguenza o un fattore aggravante.
👁️🗨️ Scoperte cliniche rilevanti
Alta prevalenza di disfunzioni oculomotorie
Due studi retrospettivi su pazienti VSS hanno trovato:
Insufficienza di convergenza (fino al 52%)
Insufficienza accomodativa
Anomalie nei movimenti oculari, indipendenti da comorbidità psichiatriche
🔍 Diagnosi differenziale
È essenziale escludere altre condizioni con sintomi simili, come:
Emicrania con aura persistente.
Neuropatie ottiche.
Patologie retiniche o vitree.
Disturbi metabolici o tossici.
Uso o sospensione di sostanze psicoattive.
💊 Trattamento
Attualmente non esiste una cura definitiva. La gestione è sintomatica:
Farmaci come lamotrigina, valproato, acetazolamide, o benzodiazepine sono stati provati, ma con risultati variabili.
Terapie comportamentali
Il mindfulness-based cognitive therapy (MBCT) ha portato a miglioramenti soggettivi della gravità dei sintomi, confermati da modifiche nella connettività cerebrale osservate con fMRI.
Visual noise adaptation ha ridotto la percezione della neve visiva, suggerendo che l’adattamento possa essere usato come misura oggettiva dei sintomi.
Tecniche di riduzione dello stress possono dare sollievo.
❌ False piste
Due articoli spesso citati come promettenti nella gestione della Visual Snow Syndrome sono:
Tannen B, Brown J, Ciuffreda KJ, Tannen NM. Remediation of visual snow (VS) and related phenomena in a neuro-optometric practice: a retrospective analysis. VDR 2022; 8:105–113.
Han MHE, Ciuffreda KJ, Rutner D. Historical, diagnostic, and chromatic treatment in visual snow syndrome: a retrospective analysis. Optom Vis Sci 2023; 100:328–333.
📉 Tuttavia, entrambi gli studi non hanno valore scientifico affidabile nel dimostrare che:
Occhiali con filtri specifici (soprattutto per il blu) hanno ridotto intensità, durata e frequenza dei sintomi nell’80% dei pazienti.
L’associazione con terapia oculomotoria ha dato risultati promettenti.
🔬 Questi articoli mancano di:
Controlli adeguati.
Descrizioni dettagliate dei pazienti.
Verifiche diagnostiche rigorose.
E soprattutto, non rispettano il metodo scientifico di esclusione, spesso chiamato "metodo della diagnosi differenziale sequenziale" o "processo di esclusione".
In altre parole, vengono applicati più interventi terapeutici contemporaneamente, rendendo impossibile stabilire quale trattamento abbia realmente inciso sui sintomi.È un approccio che, invece di chiarire, crea confusione clinica: non si distingue se il miglioramento è stato dovuto ai filtri cromatici, alla terapia oculomotoria, a fattori psicologici, o a un semplice decorso spontaneo.
🧩 In un campo già complesso e poco compreso come la VSS, la chiarezza metodologica è fondamentale per evitare false speranze e costruire evidenze concrete. Questi articoli, pur suggerendo spunti, non possono essere considerati prova di efficacia.
🧬 Ricerca in corso
📊 Neuroimaging avanzato
Studi con MRI a 7 Tesla e PET-FDG stanno approfondendo le alterazioni microstrutturali e la connettività funzionale nelle aree corticali e talamiche coinvolte nella VSS.
🧪 Neurotrasmettitori
L’uso di tecniche come REACT-fMRI ha evidenziato il coinvolgimento di sistemi glutammatergici e serotoninergici, aprendo la strada a futuri approcci farmacologici più mirati.
🧠 Neuromodulazione
La stimolazione magnetica transcranica (rTMS) si è mostrata potenzialmente utile nel ridurre l’intensità soggettiva della neve visiva, anche se sono necessari studi controllati più ampi.
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